Quel tuo sorriso
un po’ lontano
il gesto lento della mano
con cui mi accarezzi i capelli
e dici: vorrei averli anch’io così belli
e io dico: caro sei un po’ matto
e a letto
svegliarsi col tuo respiro vicino
e sul comodino
il giornale della sera
la tua caffettiera
che canta in cucina
l’odore di pipa che fumi alla mattina
il tuo profumo un po’ blasé
il tuo buffo gilet
le piccole cose che amo di te.
Quel tuo sorriso strano
il gesto continuo della mano
con cui mi tocchi i capelli
e ripeti: vorrei averli anch’io così belli
e io dico: caro me l’hai già detto
e a letto
stare sveglia sentendo il tuo respiro
un po’ affannato
e sul comodino il bicarbonato
la tua caffettiera che sibila in cucina
l’odore di pipa
anche la mattina
il tuo profumo un po’ demodé
le piccole cose che amo di te.
Quel tuo sorriso beota
la mania idiota di tirarmi i capelli
e dici: vorrei averli anch’io così belli
e ti dico: cretino, comprati un parrucchino!
e a letto stare sveglia a sentirti russare
e sul comodino
un tuo calzino
e la tua caffettiera che è esplosa finalmente, in cucina!
la pipa che impesta
fin dalla mattina
il tuo profumo di scimpanzé
quell’orrendo gilet
le piccole cose che amo di te.
(Le piccole cose che amo di te – Stefano Benni)
LdC
an(n)agrammatica :) in effetti è un profluvio, sono ispirata e fondamentalmente ghè un cassu a lavurà! …se non approfitto per dire quello che ho da dire, quando mi viene da dirlo, poi mi passa :(
sempre bella!
Che bella che è, romantica e semplice.
Viva i nostri genitori allora, che non si rassegnano mai.
Anche io ci avevo pensat, ma lui ha una badante e una convivente che ci vedono, quindi le schedine gliele controllano loro XD